Lo stigma del peso
“Se hai una gamba importante eviti di mettere le calze a rete” le abbiamo lette tutti queste parole per almeno una settimana sui social e le testate online. Sono le parole che sono state indirizzate ad Emma da un giornalista a causa del suo abbigliamento che, a detta del tale, mettevano troppo in evidenza le sue “gambe importanti”. Era un consiglio di moda? Un punto di vista? Un’offesa? In ogni caso questa frase non è stata digerita molto bene dalla cantante e dai suoi fans.
Una frase di questo tipo molto spesso rappresenta solo la punta dell’iceberg perché Emma non è certo una persona colpita da bodyshaming come può esserlo un adolescente con un corpo con caratteristiche fisiche non aderenti ai canoni socialmente richiesti.
Da qui nasce la mia riflessione.
Bodyshaming e discriminazione
Il peso del corpo e le sue forme non sono strumenti per giudicare una persona. Il bodyshaming – derisione del corpo per la scarsa aderenza ai canoni estetici – è la causa non solo di un’enorme sofferenza da parte di chi è oggetto della presa in giro ma anche di una vera e propria discriminazione.
Da sempre la forma del corpo e il suo peso sono usati come parametri di giudizio…ma è sempre più penalizzante il valore che viene attribuito a queste caratteristiche somatiche.

Il peso come valore e il valore del peso: più alto è il primo più scadente il secondo.
Il soggetto in sovrappeso e obeso non solo soffre per la sua condizione fisica di cui molto spesso non è responsabile (come invece si tende a pensare), ma impara a credere davvero di non aver valore, di non essere meritevole della considerazione altrui e persino dell’amore delle persone.
La discriminazione nei confronti delle persone con un peso corporeo non conforme ai canoni estetici socialmente riconosciuti si realizza in ogni ambito sociale, dalla scuola, al mondo del lavoro e persino in famiglia. Non è risparmiata nessuna età per cui si può assistere a discriminazioni e prese in giro dalla scuola materna al mondo degli adulti.
Al soggetto in sovrappeso e obeso si correlano aggettivi inqualificabili che nulla hanno a vedere con il peso corporeo …sporco, disonesto, pigro, disordinato, non meritevole di fiducia… e molto ancora…
Tutto ciò provoca solitudine, ritiro sociale fino a sfociare, a volte, in patologie gravi.
Fortunatamente non tutte le persone con un peso eccessivo sono vittime di bodyshaming, ma molto di più di quanto si pensi. Queste persone non fanno notizia, di loro non si parla sui social, nessuno si schiera dalla loro parte, nessuno li difende o usa parole di affettuosa vicinanza come capita quando è un personaggio conosciuto la vittima di un giudizio pesante inappropriato, fuori luogo o offensivo.

Il mondo è cambiato… ma perché si soffre ancora per le forme corporee?
Il mondo è cambiato, si è arricchito di ricerca, di sapere, di competenze. L’uomo è capace di fare cose straordinarie, imprese incredibili in ogni settore. Sono stati raggiunti risultati impensabili in tutti gli ambiti, ma ancora si soffre – anzi si soffre di più – per una taglia diversa, per la forma delle gambe o le dimensioni di un sedere, si soffre perché il valore delle persone passa ancora da questi stupidissimi concetti sostenuti e avvalorati da persone vuote, superficiali, povere di contenuti che attribuiscono alla forma estetica un valore assoluto.

È doveroso iniziare a impoverire l’importanza per il “contenitore” e amplificare il valore del contenuto delle persone, di tutte le persone iniziando da se stessi, da chi ci sta accanto, dagli amici, dai conoscenti.
Insegnare al mondo a riformulare la scala dei valori non sarà cosa semplice ma sarebbe già molto rivisitare la personale visione e imparare a considerare prima di tutto ciò che è dentro il cuore e il cervello delle persone prima di esprime un giudizio su come appaiono.