Obesità: la terapia sei tu!
Il 2023 era iniziato con la notizia scoop che era stato prodotto un farmaco per l’obesità, malattia cronica a genesi multifattoriale capace di essere causa di molte altre malattie cardiovascolari dismetaboliche articolari e neurodegenerative disegnando un quadro clinico quasi sempre molto grave e complesso.
L’OMS conta che in Italia ci siano circa 6 milioni di obesi e 23 milioni di persone in sovrappeso; pertanto la notizia che sia stato trovato un farmaco per l’obesità ha interessato ampiamente anche il nostro Paese e i milioni di pazienti che quotidianamente combattono con questa patologia.
Le cose nel corso dell’anno si sono succedute in modo oserei dire pittoresco perché in realtà un farmaco per l‘obesità e’ stato realmente prodotto da un’azienda seria e impegnata nella lotta contro questa complessa patologia; peccato che il farmaco non è rientrato tra quelli sostenuti economicamente dal servizio sanitario nazionale come a considerare l’obesità una malattia di serie B
Nonostante questo o forse proprio per questo motivo il farmaco è andato letteralmente a ruba con esaurimento delle scorte di tutto il mondo perchè purtroppo è stata considerato come la soluzione magica attesa da tempo.
Ma il numero di persone obese non è minimamente diminuito… anzi…
Purtroppo l’obesità è da sempre e tuttora considerata dalla società una condizione e non un malattia, e per quanto la Medicina da sempre ne descriva la pericolosità in quanto reale causa di moltissime patologie fisiche, organiche, psicologiche e sociali, è stato necessario portare in parlamento la problematica e far dichiarare che “…i diritti delle persone con obesità sono gli stessi diritti umani e sociali delle persone senza obesità“.
Era il 2019 ma non molto è cambiato da allora a livello sanitario così come la considerazione personale e sociale del soggetto con eccesso di peso.
Dopo tantissimi anni di professione clinica con persone affette da eccesso ponderale con o senza patologie associate ( diabete , ipertensione, cardiopatie, dislipidemie, steatosi, cancro, ecc..) ho fatto mia la considerazione che è sbagliato l’approccio a questa patologia così complessa e pericolosa sia da parte del soggetto che è affetto da sovrappeso e obesità sia da chi se ne occupa.
Chi soffre di eccesso ponderale da sempre o da poco tempo non crede che sia una malattia: nessuno glielo ha spiegato, nessuno gli ha fatto capire che avere un peso eccessivo rispetto a quanto la medicina indica essere il valore più corretto e funzionale a mantenere o garantire o recuperare un buon stato di salute, significa essere malati.
Sì, malati di eccesso ponderale come ci si ammala di influenza, di morbillo, di epatite, di cancro , di epilessia… il corpo è stato sottoposto a una serie di fattori (genetici familiari ambientali ormonali..) che hanno determinato un incremento energetico nutritivo superiore alle necessità che ha generato l’accumulo di grasso.
Il grasso rallenta il corpo, modifica i meccanismi biochimici, altera i segnali ormonali, ridisegna l’anatomia di vasi e organi… il corpo in toto non riesce a far fronte a tanti cambiamenti per cui appalesa i danni di organo in vari modi che definiscono la complessa sintomatologia presente in un soggetto in sovrappeso o obeso a cui si sommano gli effetti psicologici ed emotivi di non minor importanza e sofferenza.
Chi si occupa di sovrappeso e obesità non sempre è preparato ad affrontare un quadro clinico così grave e complesso.
Purtroppo moltissimi persone che svolgono professioni delle più disparate si rendono edotti di curare le persone in sovrappeso senza rendersi conto che mettono le mani in quadri clinici di estrema gravità.
Nei confronti di una persona in sovrappeso il punto chiave non è farla dimagrire, non è dare consigli imposizioni regole strategie delle più strampalate per provocare un decremento del peso… prendersi l’impegno di seguire una persona in sovrappeso o, peggio ancora, obesa significa farsi carico di tutte tutte tutte le sue problematiche sia quelle che realmente il soggetto ha sia quelle a cui sicuramente il soggetto avrà se le dinamiche che hanno provocato l’eccesso di peso non saranno risolte.
Le problematiche cliniche ed emotive della persona con eccesso di peso vanno risolte non
smontante per qualche mese negando il piatto di pasta o costringendolo all’integratore
sostitutivo del pasto, riducendo il pane e osannando la carne… vanno affrontate una a una,
modificate, arginate, curate le cause che hanno provocato l’eccesso di peso.
Nella presa in carico del paziente con eccesso di peso– poco o tanto- ciò che davvero conta ed è utile NON la dieta intesa come prescrizione, indicazione alimentare rigida inflessibile che non ammette allontanamento nè eccezione… NON è la sgridata il rimprovero la minaccia, la restrizione ulteriore della dieta… ciò che è utile è offrire la consapevolezza della realtà clinica che merita attenzione, tempo, disciplina, metodo da parte di chi ne affetto…la consapevolezza che la propria salute- attuale e futura- è fragile e che come tutte le malattie può diventare motivo di sofferenza fisica e emotiva…
Si deve nutrire la motivazione al cambiamento.
Cambiare modo di pensare, di considerare il proprio corpo ( malato e non fuori forma, malato e non brutto, malato e come tale meritevole di cure da ogni punto di vista); e per cambiare il corpo, le sue forme e il suo peso è indispensabile cambiare il modo di relazionarsi al cibo e allo stile di vita.
CAMBIARE NON E’ FARE UNA DIETA. Non è seguire delle indicazioni alimentari per qualche settimana. Non è raccontare a se stesso la favola della motivazione giusta ma poi in breve anteporre lavoro, casa, figli, poco tempo ecc… per allontanarsi dal cambiamento suggerito e tornare alla solita modalità alimentare frettolosa e distratta e soprattutto non curante la condizione clinica che accompagna il proprio peso eccessivo.
A nessuno verrebbe in mente di fare una terapia farmacologica qualunque per qualunque malattia, solo per un breve periodo interrompendola spontaneamente e senza il parere del medico solo per mancanza di tempo… o perché sopraffatti da mille cose da fare durante il giorno…
E invece a molti, moltissimi viene in mente di interrompere una terapia alimentare, un percorso di cambiamento curativo “solo” perché c’è altro da fare e tutto sommato si crede di avere “solo” qualche chilo in più.
A nessuno viene in mente di chiedere al medico che ti consiglia una terapia per una qualunque malattia di fare in fretta e di far vedere subito i risultati… ma a molti, moltissimi viene in mente di dire che i risultati di una terapia alimentare per l’eccesso ponderale devono essere evidenti subito, in fretta… altrimenti si perde la motivazione e si abbandona.
Cose da matti!!… E infatti per questi tanti soggetti – malati a loro insaputa – sono disponibili moltissime proposte del business delle diete per far dimagrire più velocemente.
Spero a questo punto della lettura sia chiaro che l’introduzione di un farmaco per l’obesità è sicuramente una cosa meravigliosa come lo sono state le terapie per moltissime malattie oggi curabili mentre un tempo no… ma il rischio è che continui ad essere considerato dal soggetto con eccesso ponderale come il modo per dimagrire con poca fatica, la strategia miracolosa che permette di “mangiare ciò che vuoi senza ingrassare”…
Per guarire dal sovrappeso e dall’obesità è invece necessario – no anzi indispensabile – cambiare mentalità da parte di tutti:
- da chi il problema ce l’ha
- dal servizio sanitario nazionale che deve dare considerazione e rispetto a questa complessa malattia
- dal professionista che se ne prende carico che, credo sia chiaro, deve avere competenze cliniche mediche nutrizionali… ed empatiche
- dal professionista del movimento fisico che deve conoscere molto bene le difficoltà di un corpo affaticato e pesante
- dallo psicologo che deve avere la sufficiente sensibilità e conoscenza per rapportarsi a una mente così sofferente e complessa
Tutto questo si racchiude in un’unica parola: cambiamento che deve essere indotto, mantenuto, sostenuto e rinnovato nelle coscienze di tutti.