La storia di Marta
Marta è una donna di 44 anni che arriva da me in un giorno d’estate; il suo peso è di 160,5 kg.
La bilancia del mio ambulatorio non riesce a pesarla: è lei che mi riferisce il peso misurato in una bilancia solitamente utilizzata in agricoltura.
Al di là del peso, Marta ha un bagaglio emotivo molto importante; appare chiusa, non mi guarda quasi mai negli occhi e arrossisce con nulla, come se fosse una ragazzina all’interrogazione.
La sua chiusura mentale e la sua chiusura psicologica mi colpiscono molto, ma al contempo la ritengo coerente al grado enorme di disagio e di difficoltà fisica ed emotiva che un peso di tale portata sicuramente le crea.
Mi racconta di una vita trascorsa tra una dieta e l’altra; tra un foglio, un beverone e tra parole di cattiveria gratuita che le sono state rivolte da fantomatici professionisti dell’alimentazione e del calo ponderale. Per questo è sfiduciata, triste e si vergogna.
Racconta anche di successi dietetici a fronte di restrizioni importanti e solitudini che l’hanno poi condotta all’attuale alimentazione: i suoi 160 kg sono stati guadagnati al seguito della rottura di meccanismi restrittivi, come la logica conseguenza di una liberazione a una dolorosa e tormentata trappola.
Trascorre molte ore al giorno mangiando e soprattutto denigrando se stessa e il proprio corpo e racconta che le interessano pochissime cose: non ha sogni, né desideri, né aspettative.
Grande, grandissima in me l’emozione di tenerezza per questa giovane donna: il desiderio di aiutarla è enorme.
Decido di proporle un lavoro alternativo a quattro mani: bando alle calorie, bando alle grammature, alle regole restrittive, agli obblighi e ai doveri.
Stupita, meravigliata e incredula, dopo qualche giorno mi fa la sua proposta alimentare azzardando richieste a mio avviso legittime, ma incredibili per lei: sono richieste di una vita normale, di un’uscita con gli amici, di cibo condiviso con la famiglia… Cose normali per persone comuni.
Accetto di buon grado; accetto convinta e sicura che avrà risultati straordinari.
Siamo in inverno, fa freddo, oggi piove e Marta pesa 120 kg: sono passati pochi mesi e lei ha perso 40 kg ed è ancora stupita ed incredula; ancora un pochino sulle sue ed ancora un pochino chiusa. Fa fatica a lasciarsi andare ad un sorriso e ad una espressione di gioia e di felicità.
Racconta tra i denti di quanto sta bene, di quanto si muove bene, di quanto sia felice di assaporare la vita tra una colazione con le amiche al bar e una domenica al ristorante col marito.
Marta è la riconferma per me dell’importanza del terapeuta, del metodo, dell’empatia e degli strumenti professionali, ma anche emotivi e umani che aiutano il paziente a trovare dentro di sé la straordinaria energia per operare un cambiamento.. Quello vero!
Dott.ssa Stefania Zamuner