Finti professionisti che feriscono: quando la ricerca di aiuto per un disagio alimentare diventa un’esperienza dannosa
La vita aveva picchiato forte ancora una volta.
Hai provato a sopportare… a far uscire il tuo grido di dolore che è rimasto inascoltato amplificando la tua delicatezza e fragilità.
In un terreno così friabile e ammaccato… il disturbo alimentare che avevi affrontato e contenuto, arginato e ridotto negli angoli più periferici del tuo cuore e del tuo cervello ha trovato nuova spinta, nuovo vigore e si è ripresentato forte e doloroso come ricordavi che era.
In poche settimane ha ripercorso le stesse cose che facevi nel periodo della malattia… contare le calorie, misurare i passi, punirti per le microscopiche debolezze di un biscotto sottratto alla scatola in cucina… la severità con cui ti parli, ti sgridi e ti neghi la colazione e il pane e l’olio ti ha riportato nel vortice delle abbuffate.
Decidi allora di chiedere aiuto.
Il professionista che ti ha incontrato ti ha riempito di parole inappropriate… ti ha sgridato e sottolineato ogni errore che facevi.
Ti ha infine proposto una dieta più restrittiva di quanto già non facevi da sola… ti ha negato ogni forma di carboidrato ad eccezione di 20 grammi di cereali… 20 grammi!!
Ti ha detto di pesare la verdura e tagliare a metà la mela…
Ti è bastato pochissimo per ritornare al punto peggiore del tuo percorso di malattia.
Il disturbo alimentare ha iniziato a riempire ogni minuto della tua vita e le abbuffate sono diventate quotidiane, violente, distruttive.
VERGOGNA
VERGOGNA
VERGOGNA

Vergogna a te che ti professi e ti spacci per un professionista della nutrizione e che hai messo le tue pessime competenze nella sua vita…
Vergognati per non aver compreso il significato delle sue parole e l’entità della sua sofferenza…
Vergognati per esser stata la causa del peggioramento del suo dolore: stava male, malissimo anche prima e tu non solo non hai capito ma hai contribuito a farla sentire incapace e sbagliata.
Vergognati perché ti credi un professionista della nutrizione ma non hai competenze, non sai riconoscere neanche un disordine alimentare grave…
Pensi forse che avere un pc per calcolare le calorie e avere l’aggettivo “nutrizionista” dietro a un qualunque nome ti dia l’autorizzazione di mettere il naso nella vita della gente col rischio di commettere errori così gravi??